I TRATTURI

I TRATTURI

Per rendere agevole lo spostamento delle greggi durante la transumanza furono stabiliti dei percorsi erbosi: i tratturi, larghi 60 passi, liberi da alberi, orti ed ogni altro impedimento, in virtù d un  Decreto del 1549 di Re Ferrante I di Napoli. I tratturi incrociavano bracci di tratturi o tratturelli, a secondo della loro larghezza e importanza.

Il termine tratturo deriva dal latino tractoria che designava un privilegio di uso gratuito del suolo pubblico da parte dei censori e pubblicani; solo in seguito questo privilegio fu esteso anche ai pastori dietro il pagamento della cosiddetta “vettigale”, una tassa proporzionata al numero degli animali.

Complessivamente la Dogana dominava una superficie enorme di territorio, valutata nel 1548 in 15.641 carra (312.820 versure; una versura = 1,2345 ettari) e in18.600carra verso la metà del 1700.

Delle leggi che si sono interessate dei tratturi, la più importante per la tutela di questo bene culturale è la legge n. 736 del 20 dicembre 1908, la quale dispose la conservazione di quattro tratturi, considerati utili alla pastorizia. Questa legge vietava l ‘occupazione del suolo tratturale.

La legge del ministero dei Beni Culturali e Ambientali del 15 giugno 1976 attribuisce al patrimonio tratturale una valenza culturale e ambientale; quello che resta della rete tratturale e ambientale viene dichiarato inalienabile in quanto meritevole d’interesse per l’archeologia e la storia economica, sociale e culturale e, pertanto è sottoposta alla tutela della legge nazionale 1089/1939 relativa ai beni culturali. Il D.P.R. n. 616 che nel 1977 trasferisce le competenze amministrative in materia agricola alle Regioni. I tratturi rappresentano un autentico monumento della transumanza, un bene da conservare.

La tutela dei Tratturi consente la conservazione della memoria storica delle tradizioni e le testimonianze della vita degli uomini che ci hanno preceduti.

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